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Il territorio provinciale fu abitato fin dalla preistoria. Nel periodo pre-romano nacquero, ad opera delle popolazioni di origine ligure, diversi centri abitati, tra i quali si distinse Luceria, un importante nodo commerciale, sorto sull'intreccio di tre vie di comunicazione, in seguito conquistato dai Romani. La conquista romana portò alla costruzione della spina dorsale della provincia e della regione, la via Emilia fatta realizzare da Marco Emilio Lepido In provincia i romani costruirono anche la via che collega Reggio a Brescello. Sant'Ambrogio, nel suo viaggio in Emilia, definì Reggio "cadavere di città" per indicarne la grave decadenza a seguito delle invasioni barbariche. L'Appennino reggiano ebbe il suo momento di massimo splendore nel XI secolo, con il paese di Canossa al centro della politica europea ed Enrico IV e Matilde di Canossa protagonisti della lotta fra Papato e Impero. Alla morte di Matilde i suoi possedimenti vennero conquistati dal comune di Reggio e da quelli vicini come Mantova, Modena, Parma e Cremona. Sebbene i reggiani controllassero buona parte dell'attuale provincia e diverse località del modenese, tutti i borghi e le ville della val d'Enza furono conquistate dai parmigiani mentre i cremonesi si assicurarono i centri rivieraschi di Guastalla e Luzzara. Nel XIII secolo buona parte del territorio provinciale, Reggio compresa, era sottoposta alla giurisdizione del Ducato di Ferrara. Nel XIX secolo, dopo la parentesi napoleonica con la formazione del Dipartimento del Crostolo, dopo la restaurazione, per unione dinastica, il ducato ebbe anche uno sbocco sul mare comprendendo le province estensi di Modena, Reggio, Frignano, Garfagnana, Lunigiana, Massa e Carrara. Nel 1848 furono uniti agli Stati Estensi gli ultimi territori del ducato di Parma e Piacenza posti sulla sponda destra dell'Enza come il guastallese, Poviglio, Gombio e l'alta Val d'Enza. Dopo l'annessione al Regno d'Italia la storia della provincia segue le vicende del resto della penisola. Al momento della sua creazione nel 1860, la provincia contava 46 comuni, mentre oggi sono 44, nel 1870 venne aggregato al comune di Villa Minozzo il comune di Gazzano. Inoltre il comune di Pieve San Vincenzo spostò la sua sede e mutò quindi il suo nome in Ramiseto. Al contrario di molte altre province italiane, quella reggiana per più di un secolo e mezzo di storia non ha subito drastici mutamenti amministrativi. Durante la seconda guerra mondiale la provincia subì pesanti distruzioni e bombardamenti. Dopo il 1943, specialmente nell'Appennino, si formarono numerose formazioni di partigiani che combatterono tenacemente contro le forze d'occupazione tedesche e i loro alleati repubblichini. Si verificarono anche massacri contro la popolazione accusata di collaborare con la Resistenza, tristemente celebri furono l'eccidio della Bettola, quello di Cervarolo, quello di Legoreccio e quello dei fratelli Cervi.

 

 

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